La giurisprudenza di legittimità è tornata a pronunciarsi sul procedimento disciplinare, ribadendo che la contestazione di addebito, che ha lo scopo di consentire al lavoratore di esercitare pienamente il proprio diritto di difesa, deve rivestire il carattere della specificità, ossia consentire al dipendente di individuare in concreto il fatto o i fatti addebitati.
Fermo quanto sopra, tuttavia, secondo la Corte di Cassazione, il fatto contestato – inizialmente ricondotto a una determinata ipotesi disciplinare – a seguito dell’accertamento – ben può condurre all’applicazione di una diversa sanzione, in quanto in tale ipotesi non si ha una modifica della contestazione, ma soltanto un diverso apprezzamento dello stesso fatto concreto, senza alcuna violazione del principio di immutabilità della contestazione, che preclude al datore di lavoro di far valere, a sostegno della legittimità della sanzione disciplinare, circostanze nuove rispetto a quelle contestate.
a cura dello Studio Legale Avv. Mauro Montini
dipendente, sanzione
Il principio di immutabilità della contestazione di addebito
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