Il Tribunale di Livorno e la Corte di Appello di Firenze hanno ribadito che l’uso dei social media, oltre (probabilmente) a non essere sempre salutare per le relazioni umane in genere, rischia di costare caro sul piano disciplinare laddove il dipendente travalichi il confine (di non sempre agevole individuazione) del diritto di critica e di libertà di manifestazione del pensiero. Nella specie era stata ritenuta legittima la sanzione disciplina della sospensione dal servizio irrogata ad un vigile urbano pesantemente critico verso le scelte del proprio ente reo (a suo dire) di avere male applicato la disciplina sui parcheggi a pagamento.
30 Settembre 2021 | dipendente, genere, privacy, sanzione, sospensione